Gaming Revolution: il trionfo dei videogiochi tra passatempo e forza culturale

Gaming Revolution: il trionfo dei videogiochi tra passatempo e forza culturale

Gaming Revolution: il trionfo dei videogiochi tra passatempo e forza culturale

“I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se “Pac-Man” avesse influenzato la nostra generazione, staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva”.

(Marcus Brigstocke)

Ci diverte la provocatorietà di questa citazione e ci chiediamo “siamo sicuri che sia proprio così?”

Vi portiamo il parere di un esperto del mondo dei videogiochi: Emilio Cozzi, giornalista e divulgatore, specializzato e appassionato di videogiochi, ci catapulta nella storia del gaming, a partire dal 1958, quando (secondo lui!) tutto è iniziato. Quello che era una nicchia per giovani e appassionati si è trasformato, in poco più di mezzo secolo, in un fenomeno globale che permea ogni aspetto della nostra vita.

Cozzi ci invita a una riflessione coinvolgente attraverso la sua presentazione svolta in occasione del TEDx a San Giovanni in Persiceto nel 2017 (guardalo qui!) e nel suo podcast “Videogame – Molto di più in gioco” (ascolta il podcast ) ci fa riflettere sul ruolo dei videogiochi che, ben oltre la sfera dell’intrattenimento, oggi influenza cinema, economia, sport, arte e persino l’addestramento militare. I numeri ci parlano chiaro: il numero di giocatori nel mondo è schizzato da 2 a 3 miliardi tra il 2015 e il 2024 (40% della popolazione mondiale). Stiamo parlando di un’industria da quasi 200 miliardi di dollari nel 2024 che, secondo le proiezioni, potrebbe raggiungere i 363 miliardi di dollari entro il 2027 (leggi).

Ma cosa ha scatenato questa esplosione? L’innovazione tecnologica ha aperto le porte a un pubblico più vasto: se prima, per poter giocare era necessario acquistare strumenti, macchinari e consolle, oggi Internet e smartphone hanno reso l’accesso al gioco molto più rapido. La pandemia ha accelerato questa rivoluzione, rendendo il gaming non solo un passatempo, ma una possibilità di mitigare gli impatti psicologici e sociali delle restrizioni. Il gaming, secondo le riflessioni di Cozzi, è un vero e proprio specchio della nostra società. Oltre ad essere intrattenimento, è espressione collettiva, culturale e tecnologica contemporanea (approfondimento).

La sua natura interattiva non solo è capace di coinvolgere una grandissima fetta di pubblico, ma apre la porta a un potenziale educativo, in grado di trasmettere cultura, informazioni e modelli sociali, economici e culturali innovativi. E Cozzi fa da monito alla fine del suo intervento: sottovalutare il potere del medium ludico è rischioso, parlare di tecnologie digitali senza contemplare il ruolo centrale dei videogiochi è come guardare solo una parte di un quadro molto articolato e complesso. Siamo chiamati, non solo come professionisti, ma come individui inseriti in un contesto sociale reale e virtuale, a riflettere su questo fenomeno che ha permeato la nostra realtà in maniera così profonda.

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