Che cosa significa oggi prevenire i disturbi correlati all’uso di Internet fra i più giovani e promuovere stili di consumo salutari e creativi delle nuove tecnologie? Il punto di partenza non può che essere un intervento volto a sensibilizzare i contesti sociali e relazionali nei quali le persone crescono e sviluppano il proprio potenziale. L’idea di base è che solo attraverso l’azione sinergica dei vari attori educativi – dalla scuola, alla famiglia fino all’intera comunità locale – può avere luogo un cambiamento positivo nelle modalità di approccio al virtuale, verso un uso sempre più consapevole e costruttivo delle nuove tecnologie. Tale predisposizione del terreno sociale in cui le nuove generazioni crescono e si formano si è dimostrata essenziale per poter fornire loro un bagaglio di strumenti e abilità personali che consenta di districarsi nel complesso universo dell’onlife: la vita in costante connessione con l’Altro e con il mondo attraverso la Rete, che ha reso obsoleti i concetti di online e offline (si veda L. Floridi, “La quarta rivoluzione”).
In quest’ottica si è lavorato innanzitutto con i docenti della Scuola Primaria, offrendo l’occasione di apprendere metodologie innovative per affrontare con le classi quarte e quinte tematiche e questioni relative alle nuove tecnologie e alle problematiche legate ad un uno eccessivo e scorretto delle stesse. Parallelamente si è tentato di coinvolgere tutto il mondo adulto, dai familiari al contesto sociale più allargato, per costruire insieme le fondamenta di un rapporto più salutare con i dispositivi tecnologici e i social network. Tale intervento è stato realizzato nella prospettiva ulteriore di favorire relazioni e scambi tra generazioni diverse ed è culminato nella creazione di un concorso a premi che ha reso la Scuola protagonista nel sensibilizzare la comunità locale sulle tematiche del Progetto.
“Rete senza fili” nelle Marche è riuscita a coinvolgere 13 Istituti Comprensivi, per un totale di 19 scuole primarie e 30 classi. La formazione rivolta ai docenti si è svolta in due edizioni successive, ciascuna articolata in tre incontri di tre ore, e ha visto la partecipazione di 64 docenti, i quali hanno espresso apprezzamento e soddisfazione per i contenuti proposti e la metodologia interattiva adottata. Nonostante le difficoltà e le restrizioni legate alla Pandemia, delle 19 scuole interessate ben 16 sono riuscite a realizzare in parte o del tutto il programma RSF, svolgendo con 24 classi (470 alunni circa) una o più unità didattiche fra quelle trattate nel corso di formazione. Gli insegnanti coinvolti (60 circa) riferiscono di non aver riscontrato particolari criticità in merito allo svolgimento del programma, al di là delle limitazioni e discontinuità legate all’emergenza sanitaria. Affermano inoltre che le tematiche oggetto degli interventi nelle classi sono risultate interessanti per i bambini e le bambine e le modalità di presentazione delle stesse sono parse adeguate alla loro età. I docenti ritengono che le attività previste siano ben strutturate, ricche di spunti, coinvolgenti e corredate da materiali curati e accattivanti e hanno apprezzato il fatto di avere a disposizione una dispensa con dei percorsi già predisposti e facilmente integrabili nella didattica. Nel complesso tutte le attività svolte hanno incontrato il gradimento dei bambini e delle bambine (viene citata in particolare la “linea del rischio”), che si sono mostrati motivati e partecipi.
Per quanto riguarda i familiari, a loro è stato riservato un incontro on-line sul tema “Genitorialità nell’era digitale” della durata di tre ore circa: oltre al primo appuntamento sono state effettuate tre repliche, in modo tale da venire incontro alle esigenze dei partecipanti e poter lavorare in piccoli gruppi. Vi hanno preso parte in totale 58 genitori. Infine il concorso “Lo zaino della salute digitale”, indetto per rendere gli alunni stessi promotori di salute e soggetti attivi nel sensibilizzare la propria comunità, ha riscosso un grande successo, coinvolgendo 101 bambini e bambine delle classi quarte e quinte della Scuola Primaria, accompagnati da 14 insegnati.
Ma “Rete senza fili” non finisce qui. Per diffondere l’educazione digitale anche nella fascia adolescenziale, si sta lavorando all’allestimento, presso la polisportiva Solidalea di Ancona, di una serie di laboratori dedicati agli studenti della Secondaria di Primo Grado. Si tratta di un percorso da svolgersi nel corso di una mattinata con l’intero gruppo classe. Tale percorso prende avvio da una riflessione sul significato soggettivo del vivere connessi e offre innanzitutto la possibilità di approfondire l’evoluzione delle tecnologie della comunicazione attraverso la visione di “reperti” ormai storici come i primi modelli di Personal Computer e i Floppy Disk. Gli studenti si sfideranno ad indovinare le date corrette delle principali invenzioni e innovazioni nel campo della comunicazione e dei dispositivi tecnologici. Il percorso prosegue poi con la possibilità di scegliere, a seconda del tempo a disposizione, tra quattro laboratori diversificati per tema. Il primo laboratorio è dedicato ad esplorare i rischi legati alla condivisione delle informazioni in Rete: dalla diffusione di dati e immagini personali alla propagazione delle fake news. Il secondo invece permette di sperimentare varie tipologie di gaming con l’obbiettivo di riflettere sulle implicazioni che l’attività immersiva del videogioco comporta; inoltre consente di confrontare tale esperienza con una attività di mindfulness, finalizzata al rilassamento e incentrata sul potenziamento dell’autopercezione e dell’autoconsapevolezza. Vi è poi un terzo laboratorio dedicato ad approfondire il concetto di hate speech contrapposto a quello di “comunicazione non ostile” e ad introdurre il tema del cyberbullismo. Infine, il quarto laboratorio utilizza la tecnica della scrittura creativa per sondare l’universo delle relazioni web mediate, tra l’opportunità che le nuove tecnologie offrono di avvicinarsi a persone fisicamente lontane e il rischio di produrre un distanziamento emotivo e sociale. L’esperienza termina con un momento di condivisione dei propri vissuti rispetto al percorso svolto nella mattinata e con degli spunti capaci di stimolare il gruppo classe affinché continui a riflettere e lavorare anche a scuola sulle tematiche dell’onlife.